Illustrazione di Giada Maestra
Realizzare il presente, rileggere Carla Lonzi
«C’è in Lonzi la radice del femminismo italiano», scriveva la filosofa e giornalista Ida Dominijanni in un articolo de Il Manifesto di alcuni anni fa. E in effetti Carla Lonzi è stata forse una delle più note teoriche del femminismo radicale italiano della seconda ondata, eppure i suoi scritti sono stati per anni assenti dagli scaffali delle librerie.
Nata a Firenze nel 1931 e morta a Milano a causa di un tumore agli inizi degli anni Ottanta, Lonzi fu molte cose diverse nel corso della sua vita: critica d’arte, scrittrice, poeta. Negli anni Settanta fondò insieme all’artista Carla Accardi e alla giornalista Elvira Banotti il gruppo di Rivolta Femminile, da cui nacquero molti gruppi in altre città, che diedero al femminismo italiano una forza e un’originalità estranee a quello di altri paesi europei.
Oltre al Manifesto di Rivolta Femminile (che fondava il movimento sulle pratiche del separatismo e dell’autocoscienza, con affermazioni che ancora oggi a distanza di cinquant’anni ci fanno sentire scomodi, come la lapidaria conclusione «Comunichiamo solo con donne»), la casa editrice Scritti di Rivolta Femminile fondata da Lonzi, Accardi e Banotti pubblicò gli scritti di rivendicazione femminista che Lonzi scrisse tra il 1970 e il 1972 e molte delle sue opere successive, per esempio i suoi diari e le sue raccolte di poesie.
Lo scorso 5 settembre La tartaruga, altra esperienza editoriale nata in seno al femminismo italiano degli anni Settanta (e oggi marchio de La nave di Teseo, diretto da Claudia Durastanti), ha riportato in libreria l’opera più famosa di Lonzi, Sputiamo su Hegel e altri scritti, con l’idea di riproporne nel tempo l’intera produzione. La curatela della filosofa Annarosa Buttarelli non prevede commenti critici, perché «questi sono scritti che non sopportano commenti, spiegazioni, interpretazioni che spegnerebbero la loro forza travolgente, la loro intensa, parlante presenza…».
In tutti questi anni, per fortuna, i testi di Lonzi non hanno smesso di circolare, nelle biblioteche e in digitale, passati di mano in mano tra studiose, femministe o semplicemente curiose. Nella newsletter di oggi abbiamo chiesto ad alcune di loro cos’ha significato per loro l’incontro con Carla Lonzi, perché ha senso rileggerla oggi e perché è importante finalmente ritrovarla nelle librerie.
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