Marfa con i libri di La nuova frontiera
(per gentile concessione di Ludovica)
Marfa con i libri di La nuova frontiera
(per gentile concessione di Ludovica)
Quando le parole di un altro entrano nella tua coscienza a quel modo, diventano piccoli fari concettuali. Non devono essere per forza fari illuminanti. Un fiammifero acceso in un corridoio buio, la brace di una sigaretta fumata a letto in piena notte, la cenere ardente di un fuoco quasi spento: nessuna di queste cose brilla di una luce forte per rivelare alcunché. E lo stesso è per le parole altrui. Ma talvolta una piccola luce può renderti consapevole del mondo buio e ignoto attorno a quel bagliore, dell’enorme ignoranza che avvolge quel che crediamo di conoscere. E quell’ammissione, quel venire a patti con l’oscurità è più prezioso di tutta la conoscenza che potremo mai accumulare.
Ci sono alcuni libri che ci portiamo dentro, come «piccoli fari concettuali», per usare le parole di Valeria Luiselli. Li leggiamo, ci riconosciamo e, una volta che li abbiamo terminati, non siamo più le stesse persone. Uno di questi libri per noi è stato proprio Archivio dei bambini perduti, il romanzo di Luiselli, portato in Italia da La Nuova Frontiera. Un titolo in cui la realtà, quella dei bambini scomparsi al confine tra Messico e Stati Uniti, si mischia al viaggio personale di una coppia, il cui tempo insieme sta ormai per scadere.
Così abbiamo conosciuto La Nuova Frontiera, una piccola casa editrice romana che sta collezionando, uno dietro l’altro, molti libri che abbiamo letto e amato (come La figlia unica di Guadalupe Nettel). Per questo li abbiamo contattati e fatto due chiacchiere con loro.
Nell’intervista che trovate di seguito, Marta Silvetti, redattrice e responsabile della comunicazione social, ci racconta la storia e la filosofia dietro le loro scelte editoriali. E ci ha dato anche qualche consiglio perfetto per la nostra challenge di lettura #nonununicastoria.
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