Illustrazione di Giulia Boccalero per Senza rossetto
Altro che Madeleine
«Non c’è niente da fare, a noi a differenza degli uomini si chiede una scelta. Io ho tre figli ed è stato faticoso conciliare le cose, ma per fortuna il nostro è un ristorante a gestione familiare e lavoro con loro. Ma bisogna dare più spazio alle giovani, incentivarle, far loro capire che in futuro andrà meglio. È una questione di tempo. Al momento anche se si dice il contrario la donna è posta di fronte a una scelta, visto che il mestiere del cuoco impone ritmi e orari davvero pesanti».
Questo era il racconto di Sonja Egger, del ristorante Kuppelrain di Castelbello (Bolzano), premiata a novembre 2021 dalla guida Michelin come miglior sommelier dell’anno. Una premiazione, quella per Rossa 2022, in cui su 33 nuove stelle solo una era di una chef donna. Perché se è vero che nella tradizione, soprattutto quella italiana, la cucina è il regno della mamma e delle donne in genere, la stessa cosa non capita nei luoghi di lavoro, dove la creatività maschile trova molto più spazio e possibilità.
Ma se entrassimo nelle cucine di casa, se andassimo a sfogliare gli appunti delle nonne e i trucchi del mestiere passati di generazione in generazione, cosa troveremmo? A questa domanda ha provato a rispondere Mila Fumini, attraverso il progetto Ragù – Reti e Archivi del Gusto con il quale ha intrapreso un viaggio nei ricettari delle famiglie. E di storie di donne (ma non solo) ce ne sono molte.
Buona lettura!
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