Illustrazione di Tom Toro per KC Studio Magazine
Il codice del consenso
“Il codice del consenso non è ancora sufficiente per parlare di sesso, perché tralascia un elemento cruciale da capire: che non sempre sappiamo cosa vogliamo”.
Queste parole sono tratte dal primo capitolo di Il sesso che verrà di Katherine Angel, edito in Italia da Blackie Edizioni. Si tratta di un saggio che indaga l’idea di consenso e i suoi limiti, a partire da un momento cruciale della storia recente del femminismo, ovvero l’onda di testimonianze, denunce e racconti di donne vittime di abusi e violenze che ha preso il nome di movimento #MeToo e che ha travolto il mondo alla fine del 2017, in seguito alle accuse di violenza sessuale rivolte al produttore cinematografico americano Harvey Weinstein.
A cinque anni da questo momento di svolta, Angel si chiede se l’idea di consenso che ne è scaturita non sia un dogma che stiamo ancora una volta imponendo alle donneper evitare la complessità, la vulnerabilità, la collaborazione e il mistero che il sesso e le relazioni interpersonali implicano sempre.
Noi non abbiamo una risposta, ma ci pacerebbe discuterne con voi. Ecco perché abbiamo scelto Il sesso che verrà come libro del secondo appuntamento del nostro bookclub, che sarà il prossimo 22 giugno sempre da Verso Libri a Milano o online(per partecipare, come sempre, vi chiediamo di acquistare il libro fisicamente da loro o sul sito della libreria).
Nelle prossime settimane, cercheremo di esplorare questi argomenti anche attraverso degli approfondimenti che manderemo alla mailing-list del bookclub (potete iscrivervi tutti, anche se non partecipate al gruppo di lettura, cliccando qui) e anche nei nostri consueti spazi: i social e la newsletter.
Iniziamo oggi, ascoltando il racconto di Anita e Valeria, che hanno fondato Insightout, un progetto che crede nell’importanza del racconto e dell’ascolto di testimonianze dirette per combattere la discriminazione di genere: per riconoscersi e sentirsi parte di una comunità da un lato, e per acquisire gli strumenti necessari a riconoscere la violenza dall’altro.
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