C’è un post che gira su Facebook in questi giorni che dice qualcosa tipo: “Quando pensi che quello dell’artista non sia un lavoro, immagina come sarebbe la tua vita in questo momento senza le immagini, i film, la musica”. È una cosa un po’ da boomer, è vero, però ci ho pensato proprio l’altro ieri quando, dopo ben 38 giorni e per la prima volta dall’annuncio del lockdown della Lombardia, ho messo piede fuori di casa per andare ad assicurarmi che la mia macchina partisse ancora. Ok lo spirito d’adattamento, ma mentre accendevo il motore (funziona, tutto a posto!) mi sono chiesta: come ho fatto a non ammazzarmi dopo quasi 40 giorni senza fare nemmeno cento metri nella realtà? Sicuramente perché in quarantena non ero sola, perché ci sono i social, le videochiamate e lo smartworking, ma soprattutto perché c’erano l’arte, i film, la musica. A ben guardare questo isolamento forzato ho iniziato a viverlo un po’ meglio solo nel momento in cui ho smesso di guardare ossessivamente le notizie e scambiare meme sul coronavirus con gli amici (tutte azioni che paradossalmente avevano l’effetto di farmi sentire ancora più scollata dalla realtà, che tanto io son qui dentro la mia stanza e l’unica cosa che mi è richiesta è di non avere contatti con il mondo fuori) e ho cominciato a leggere, guardare film, ascoltare musica e qualche podcast. So che due settimane fa avevo detto il contrario, ma qui il tempo passa e piano piano ci sto facendo l’abitudine anche io, Giulia C.

Insomma, questo per dire che oggi parliamo di arte con qualcuno che è d’accordo con noi e con quel post di Facebook: è la pittrice e illustratrice Simona Iamonte (in arte Andy McFly) che ha scelto sei progetti d’arte da seguire in questi giorni per restare in contatto con la realtà, perdendosi.

Nella newsletter di oggi trovate i consigli di Simona Iamonte, la nostra abituale rassegna stampa e un questionario a cui rispondere, se vi va di darci una mano.