Illustrazione di Chiara Irene Conte per Senza rossetto
Non un’unica storia: la nostra challenge
Questa volta numerare la prima newsletter dell’anno e scrivere 1/2021 ci ha emozionate più del solito. Non è difficile immaginare il perché: tutti non vedevamo l’ora di lasciarci il 2020 alle spalle, sperando che con il passare del tempo le cose vadano sempre più migliorando. Quest’anno siamo sinceramente troppo stanche per fare buoni propositi per i giorni che verranno, l’unica cosa che abbiamo avuto voglia di fare è stata pensare a una delle poche cose belle che ci sono capitate nei mesi passati e tirarne fuori qualcosa di divertente per quelli a venire. Questa cosa bella è un bookclub che abbiamo iniziato con delle amiche a marzo 2020, per fare una delle nostre cose preferite (leggere), farlo in compagnia (anche se a distanza) e darci delle scadenze che ci aiutassero a scandire il tempo tutto uguale. Inaspettatamente, non abbiamo più smesso di leggere libri insieme e parlarne su Zoom, e anzi siamo cresciute (ora siamo sette lettrici, siamo partite in quattro). E la cosa più bella di tutte è che – pur avendo escogitato un modo molto democratico di scegliere le nostre letture – a fine anno ci siamo rese conto che questo bookclub ci ha spinto a leggere libri che altrimenti non avremmo mai letto. E così ognuna di noi si è ritrovata a costruire un piccolo atlante letterario che spazia molto per temi, autori, lingue e luoghi ed esce dal percorso battuto delle cose-che-ci-piace-leggere.
Ma lasciamo che vi racconti qualcosa di più di questa esperienza una degli altri membri del nostro circolo, Ludovica Lugli (ormai nostra ospite fissa per la prima newsletter dell’anno). Alla fine vi lanceremo anche una piccola sfida di lettura, che abbiamo chiamato #nonununicastoria. Se vi piace la competizione speriamo che parteciperete con noi, ma ognuno sarà libero di seguirla come preferisce, anche solo per raccogliere qualche spunto di lettura. Non sappiamo cosa ci riserverà questo 2021, proviamo almeno a tenerci compagnia!
Letture, sfide, altro
di Ludovica Lugli
leggono un libro nuovo ogni mese, hanno cominciato con Londinesi solitari di Sam Selvon, uno scrittore di Trinidad, che parla di giovani caraibici in Inghilterra che ne combinano di tutti i colori e trattano male le donne, donne che nel libro non hanno mai l’opportunità di parlare
tutte hanno concordato sul fatto che quei giovanotti si meritavano un paio di ceffoni e si sono concentrate sulle scrittrici dei Caraibi, che sicuramente erano più mature e responsabili, per passare ai maschi dopo
Winsome ormai si sente una persona acculturata e ha preso l’abitudine di leggere libri, dopo che per quasi tutta la vita ha letto solo giornali
le sue scrittrici preferite sono Olive Senior, giamaicana; Rosa Guy, di Trinidad; Paule Marshall, delle Barbados; Jamaica Kincaid, di Antigua, e Maryse Condé, di Guadalupa
Una delle cose più belle che mi ha portato il 2020, perché ce ne sono state anche di positive, è il gruppo di lettura che ho formato insieme a tre, e poi sei, amiche. Abbiamo cominciato a marzo, recuperando i romanzi dell’Amica geniale che ancora ci mancavano. Abbiamo continuato anche dopo la fine del lockdown, con altri romanzi, facendoci videochiamate periodiche, perché non viviamo tutte nella stessa città.
La citazione qui sopra è tratta dall’ultimo libro che abbiamo letto, e che è uno dei primi che ho finito in questo nuovo anno: Ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo. È un romanzo molto bello (nel 2019 ha vinto il Booker Prize, uno dei più importanti premi letterari anglosassoni, a pari merito con I testamenti di Margaret Atwood) che parla di dodici donne e «altro» (tra i personaggi principali c’è una persona che non si riconosce nel binarismo di genere), per lo più di ascendenza africana o caraibica, che vivono nel Regno Unito.
È uno di quei libri che si bevono perché racconta storie molto interessanti e lo fa molto bene, ma ha anche il grande pregio di far capire, attraverso queste storie, molte cose del mondo dei suoi personaggi, che in parte si sovrappone al nostro. Cose sull’essere donne nere (in alcuni casi lesbiche; in altri di recente immigrazione) nella Gran Bretagna degli anni Cinquanta, Sessanta, Ottanta, Novanta e Dieci; sull’essere femministe negli anni Sessanta, Ottanta e Venti, e sul non ritrovarsi nelle identità di genere tradizionali, scoprendo piano piano che ci sono altre persone che non ci si ritrovano.
Winsome, il personaggio di cui si parla nella citazione, è una donna anziana originaria di Barbados che, dopo decenni di lavoro a Londra, è tornata nel suo paese, per trascorrervi la pensione. Non appena ho letto il passaggio in cui si parla del suo gruppo di lettura, ho fatto una foto alla pagina e l’ho inviata nella chat del mio. Poi ho riletto il passaggio. Io ho mai letto libri scritti da autrici giamaicane, trinidadiane, barbadiane, antiguo-barbudane o della Guadalupa? No, e ho addirittura dovuto cercare su internet come si scrivono alcune di queste nazionalità.
Leggere è una delle mie cose preferite fin da quando ho imparato a farlo e quando, tra il 2014 e il 2015, ho capito cosa fosse davvero il femminismo – almeno le basi, il femminismo si continua a imparare cercando di praticarlo – mi sono resa conto che, tra le altre cose, avevo letto e leggevo quasi solo libri scritti da uomini. Così per qualche anno mi sono sforzata di leggere anche romanzi, racconti e saggi scritti da donne, tenendone il conto grazie al mio profilo su Anobii. Ormai non serve che mi sforzi: sia nel 2019 che nel 2020 il numero di libri scritti da donne che ho letto è stato quasi pari a quello di libri scritti da uomini, o per meglio dire, leggermente superiore.
Il femminismo si mette in pratica in tanti modi, la maggior parte dei quali ben più importanti dell’attenzione alla propria “dieta” letteraria o culturale, ma nostri i consumi libreschi, cinematografici e via dicendo, oltre che una forma di intrattenimento, sono anche un modo per conoscere storie e voci diverse che poi ci servono per capire meglio il mondo, scampare ai pericoli di un’unica storia e «portare l’altro verso di noi», come scriveva Marta Barone proprio su questa newsletter.
Ora, e arrivo al punto, molte cose che ho letto nell’ultimo anno, a cui da ultimo si è aggiunto quel passaggio di Ragazza, donna, altro, mi hanno fatto pensare che anche se ormai frequento libri scritti da donne e da uomini nella stessa misura, non si può dire davvero che faccia letture varie. Se considero i libri che ho letto nel 2019, il 78 per cento è stato scritto da statunitensi, italiani o britannici. Prendendo i “dati” del 2020, la percentuale scende al 72 per cento, ma se ci aggiungo i libri scritti da autrici e autori francesi – un altro paese vicino a noi e tra quelli di cui assorbiamo di più la cultura dopo Stati Uniti e Regno Unito – arriva all’82 per cento.
Potrei fare statistiche simili anche sui film e sulle serie tv che guardo, ma mentre vedere film che non siano americani o italiani è complicato, perché in buona misura è chi li distribuisce a sceglierli per noi, con la narrativa le cose sono più semplici. Di libri in Italia se ne pubblicano tantissimi ogni anno, e molti sono stati scritti in una lingua straniera e tradotti: ci sono molte case editrici peraltro specializzate nel tradurre libri scritti in specifiche parti del mondo. Trovare e leggere un romanzo rumeno, nigeriano, boliviano o indonesiano è per questo infinitamente più semplice rispetto a vedere un film rumeno, nigeriano, boliviano o indonesiano.
Insomma, lo avrete capito, uno dei miei propositi per il 2021 è leggere più libri di scrittrici di altre parti del mondo, in particolare che non siano Stati Uniti o Regno Unito. Anche scrittori eventualmente (la letteratura di molti paesi è comunque difficile da trovare tradotta e può esserci poca scelta di opere scritte da donne), ma soprattutto scrittrici: un po’ perché se faccio un bilancio delle mie letture di sempre i libri scritti da donne sono ancora in minoranza, un po’ perché siamo nella newsletter di Senza Rossetto e a voi che la leggete voglio proporre di portare avanti questo proposito con me. Anche se forse dovrei usare la parola “sfida”, o, meglio ancora, “challenge”.
All’inizio di ogni nuovo mese di quest’anno, dal profilo Instagram di Senza Rossetto, vi racconterò in breve che libri ho letto io nelle settimane precedenti e chiederò, a chi vorrà partecipare, di dire i suoi, in modo da creare una grande lista di suggerimenti. (Per chi di solito legge solo narrativa italiana, potranno essere anche romanzi di autrici o autori statunitensi o britannici). Per trovarli tutti useremo un hashtag, come fanno le cosiddette bookinfluencer. L’ho pensato facendomi ispirare da quella TED di Chimamanda Ngozi Adichie linkata più in alto: #nonununicastoria.
Per chi ha bisogno di un suggerimento per cominciare la challenge e decidere cosa leggere a gennaio, oltre a Ragazza, donna, altro, vi consiglio altri due romanzi molto belli che ho letto negli ultimi mesi. Le copertine le avrete probabilmente già viste in giro perché nelle community di chi parla di libri sui social sono girate molto: sono Seni e uova della giapponese Mieko Kawakami e La figlia unica della messicana Guadalupe Nettel. Entrambi parlano di diventare madri, anche se da due prospettive diverse, e di com’è la vita delle donne oggi, nei paesi delle loro autrici. Mi hanno portato molto lontano e al tempo stesso mi hanno mosso delle cose molto vicino, cioè dentro. Spero piaceranno anche a voi.
#nonununicastoria challenge: il regolamento
All’inizio di ogni mese sull’account IG di Senza rossetto troverete le letture consigliate da Ludovica, a cui potrete aggiungere le vostre segnalazioni e commenti attraverso alcuni format grafici che metteremo a vostra disposizione nelle storie in evidenza.
Ovviamente, potete portare avanti la challenge autonomamente, ma se vi va di rendere questa sfida un vero e proprio gruppo di lettura, scriveteci una mail a senzarossetto@querty.it. In questo modo potrete condividere con noi e con tutti i partecipanti il vostro elenco di letture. Inoltre, organizzeremo due incontri digitali (uno a giugno e uno a dicembre) per fare il punto insieme e premieremo (simbolicamente) le lettrici e i lettori che hanno esplorato di più.
Essendo una challenge abbiamo previsto dei piccoli step da raggiungere:
3 libri #nonununicastoria: naso fuori dalla finestra
5 libri #nonununicastoria: porto solo il bagaglio a mano
7 libri #nonununicastoria: mi sono fatta il passaporto
10 libri #nonununicastoria: altro che Syusy Blady
12 libri #nonununicastoria: il giro del mondo in un anno
15 libri #nonununicastoria: una vera esploratrice
20 o più libri #nonununicastoria: cosmopolita letteraria
Avrete un punto in più (una stellina) se i libri risponderanno a una di queste caratteristiche:
- è scritto da una donna o da una persona di genere non-binary
- è un libro di un Paese da cui non avete mai letto nulla
Nel conteggio finale dei libri letti, cinque stelline corrisponderanno a un libro in più.
Buone letture e buon divertimento!
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